Raduno di primavera e Turismo equestre con il Co. Re. Puglia: “DALLO IONIO ALL’ADRIATICO” che si svolgerà nei giorni 23-24-25 APRILE 2016
Il Programma prevede:
SABATO 23-04-2016:
o Percorso facile per principianti - in piano – lunghezza circa 40 km
Ore 09.00 – Partenza da località Sette Nani, Torre Lapillo (Porto Cesareo, LE)
Ore 13.00 – Pranzo al sacco.
Ore 17.00 – Arrivo presso C.I. Argentone (Oria).
Assegnazione box e paddock.
Ore 20.00 – Cena su prenotazione (dare adesione entro e non oltre il 17 aprile)
PERNOTTO: Vi è la possibilità, a seguito di prenotazione, di dormire in tenda o B&B, in base alle diverse esigenze,
SCUDERIZZAZIONE: box – paddock, obbligatoria la prenotazione.
CENA: 20,00 € su prenotazione con servizio catering presso Asd Argentone (esclusa dalla quota base).
Si parte dalla località di Torre Castiglione, eretta attorno al 1568 e situata in una zona del litorale tra Torre Lapillo e Torre Colimena. E’ la prima delle torri del sistema difensivo costituito da torri di avvistamento costiere volute da Carlo V per contrastare le frequenti incursioni di pirati Turchi nel Salento, che incontreremo lungo il percorso. Da qui attraverso il litorale di Punta Prosciutto, si raggiungerà Torre Colimena, dove incontreremo l’omonima Torre che comunicava a est con Torre Castiglione e a ovest con
Torre San Pietro in Bevagna. A pochi metri dalla torre, si potrà vivere un’esperienza fantastica, si potranno, infatti, ammirare a cavallo centinaia di fenicotteri rosa e altri uccelli acquatici, attraversando i percorsi attrezzati della “Riserva Regionale Orientata “Salina e Dune di Torre Colimena”, area naturale protetta, dove si potrà passeggiare lungo un sentiero stretto tra mare, dune e salina. Una densa macchia a mirto, lentisco e ginepro coccolone domina le dune mentre distese di steppe salate mediterranee si estendono a perdita d'occhio, lungo le aree retodunali. La riserva regionale orientata "Saline e dune di Torre Colimena", istituita nel 2002, rivelerà ai binomi partecipanti i suoi splendori naturalistici intrisi di storie secolari. Cumuli di "oro bianco" sfavillavano nel ventre della Salina dei Monaci, custodita dai benedettini di Aversa fino al 1414. Chiusa in una depressione, lambita dalle dune litoranee e dalle colline dell'entroterra, la salina regolava l'afflusso delle acque versate dalle mareggiate attraverso apposite chiuse in legno, i cui alloggiamenti sono tutt'oggi visibili. Un deposito edificato con conci in tufo sulle rocce della riva nord, accanto alle rovine di una torre, testimonia le operazioni d'estrazione dei preziosi cristalli. La raccolta del sale, attività assai remunerativa, fu al centro di accese controversie tra gli abitanti dei paesi vicini. Antichi documenti narrano i successi della prima raccolta risalente al 1731 e rinnovata due volte l'anno. Dalla splendida Salina dei Monaci dopo circa 5 km di abbaglianti spiagge si raggiungerà San Pietro in Bevagna da dove, partendo dalla foce del Fiume Chidro, si intraprenderà il percorso per Oria. L'origine di San Pietro in Bevagna è strettamente legata alla storia dell'apostolo San Pietro. La leggenda, infatti, narra che durante un viaggio per mare, colto da una brutta tempesta San Pietro naufragò sulle coste ioniche della località e, precisamente, proprio dove oggi sorge la bellissima chiesetta al centro del paese. Il Chidro è il fiume più importante del Salento, è una Falda acquifera spontanea che forma ben tre specchi d'acqua antistanti al mare del territorio manduriano. Al Chidro si riallacciano varie leggende e tradizioni popolari. Si narra che l'Apostolo Pietro mentre si raccoglieva in penitenza attraversò il Chidro piangendo della sua grande colpa: aver tradito Gesù e le sue lacrime si sarebbero trasformate in conchiglie. Gli antichi abitanti di queste zone erano soliti raccogliere e conservare come reliquie le lacrime di S. Pietro perché considerate la pietrificazione di quelle lacrime. Sempre secondo la leggenda, le sue acque guarirono dalla lebbra l’Apostolo Pietro. Dalla foce del fiume Chidro attraverso tratturi immersi nella macchia mediterranea attraverseremo l’entroterra per giungere in contrada Argentone, dove si concluderà la prima tratta del raduno regionale.
QUOTA PER LA PRIMA GIORNATA: 15€
La quota comprende:
Pranzo al sacco
Servizio mascalcia H24
Servizio trailer di soccorso
Guida
o DOMENICA 24-04-2016
Ore 09.00 - Partenza da C.I. Argentone (Oria)
Ore 12.30 – Pranzo buffet presso masseria “Don Giulio”
Ore 18.00 – Arrivo presso C.I. Stazione X (Acqua2O) – Masseria Incantalupi (San Vito dei Normanni) e scuderizzazione cavalli
Ore 20.00 – Cena su prenotazione
PERNOTTO: Vi è la possibilità, a seguito di prenotazione, di dormire in tenda o B&B, in base alle diverse esigenze,
SCUDERIZZAZIONE: box – paddock, obbligatoria la prenotazione.
CENA: 15,00 € su prenotazione con servizio catering presso Asd Acqua2o– Masseria Incantalupi (esclusa dalla quota base).
La partenza è dal centro ippico Asd Argentone, dal quale potremo ammirare sull’altura di un cordone collinare di antiche dune fossili la splendida città di Oria e sulla sommità del Colle del Vaglio, il castello. La fondazione di Oria, secondo Erodoto, avvenne quando un gruppo di cretesi naufragò lungo le coste salentine non lontano da Oria. I cretesi scelsero il colle più alto per iniziare la costruzione della città in quanto da lì potevano ben controllare tutto il territorio circostante. Diedero a tale città il nome Hyria. Durante l'VIII secolo a.C. Oria divenne la capitale politica della confederazione messapica. L’ambiente naturale che attraverseremo è quello tipico mediterraneo, con zone agricole, per lo più vigneti e oliveti secolari, alternati alla vegetazione spontanea, composta per lo più da querceti e macchia mediterranea.
Non mancheranno lungo i percorsi di attraversare tratti dell’antica Via Appia tra Brindisi e Taranto e di incontrare i tipici manufatti salentini le “Specchie”, presenti soprattutto nel Salento e di lì, attraverso la Valle d'Itria, fino alla Murgia, realizzati con la sovrapposizione a secco di lastre calcaree provenienti dallo spietramento a mano dei soprasuoli murgiani e salentini. Il nome è di origine medievale e probabilmente derivato dal latino specula, in relazione a supposte utilizzazioni quali posti di vedetta. Nei decenni passati si tendeva a datare la loro prima comparsa al periodo dei Messapi, se non ad un'epoca più antica, risalente al Neolitico, ma non è possibile proporre una datazione esatta. Le specchie si distinguono in “grandi specchie”, strutture che si innalzano, in forma approssimativamente conica, per un'altezza che in alcuni casi può raggiungere anche i 10 – 15 m e piccole specchie, piccoli cumuli di pietra, alcune delle quali con funzioni funerarie. Nella maggior parte dei casi si tratta semplici ammassi di pietre, realizzati con tecnica costruttiva
spontanea, che formano piccoli dossi di pietrame calcareo sparsi per la campagna. Il nome di “specchia”, deriva quasi certamente dal latino speculum (vedetta). Nel tempo alle specchie sono state attribuite numerose funzioni: luoghi di avvistamento – soprattutto per le grandi specchie. Tesi suffragata dal loro sviluppo verticale, e dalla loro collocazione intorno ai centri messapici. Tale funzione si spiegherebbe anche in rapporto al paesaggio fortemente pianeggiante di gran parte del Salento. Funzione sepolcrale - Piccole specchie. Alcuni ritrovamenti nel Salento, testimoniano la presenza all'interno di sepolture complete di corredo funerario. E infine, sono state ipotizzate le seguenti funzioni alternative: condensatori di umidità: il calo notturno della temperatura avrebbe dato luogo al fenomeno della condensa e permesso l'accumulo di acqua. Tale tecnica, ideata a causa della scarsa piovosità del territorio e dell'esigua circolazione superficiale di acque sul terreno calcareo, avrebbe esempi di epoca preistorica in varie parti del mondo; le strutture costruite vengono chiamate torri di condensazione (air well), o bacini di condensazione (dew pond) quando sono in forma di pozza. Un'ipotesi per il momento priva di riscontri scientifici.
Altra ipotesi è quella di strutture di fortificazione, fortilizi in difesa dei centri abitati o del Salento meridionale collegate attraverso paretoni, tuttavia tale funzione non è supportata da prove o riscontri archeologici.
La materia prima con cui le specchie erano realizzate è costituita da pietre di risulta, cioè provenienti dal dissodamento dei terreni destinati alla coltivazione o al pascolo e che, a causa della loro pezzatura irregolare, non erano suscettibili di un diverso riutilizzo edilizio (come ad esempio in trulli, muri a secco, ecc.). Pertanto una delle funzioni assolte, solo accessoria, poteva essere quella di accumulazione di materiali indesiderati su una piccola superficie di terreno.
Attraversando la Via Appia Antica, raggiungeremo il Circolo Ippico Stazione X (Acqua2O) per la sistemazione dei cavalli e la cena finale.
QUOTA PER LA SECONDA GIORNATA: 20€
La quota comprende:
Pranzo buffet
Servizio mascalcia H24
Servizio trailer di soccorso
Guida
o LUNEDI’ 25-04-2016
Ore 09.00 - Partenza dei cavalieri da C.I. Stazione X (Acqua2O), San Vito dei Normanni
Ore 12.00 – Arrivo presso località Apani, Riserva Naturale di Torre Guaceto
Ore 13.00 – Pranzo finale “Agro Frà Diavolo”.
Il Canale Reale è uno dei rari corsi d'acqua presenti tra il Salento e la bassa Murgia. Sorge nei pressi del comune di Villa Castelli ed è lungo 48 chilometri. Dopo aver attraversato quasi longitudinalmente la provincia di Brindisi, sfocia nel mar Adriatico in località Iazzo San Giovanni, nei pressi dell'oasi naturalistica di Torre Guaceto. E’ il suo percorso che seguiremo per raggiungere l’incantevole baia di Torre Guaceto.
Durante l'Alto Medioevo questa lama fu una via di comunicazione secondaria per accedere all'entroterra dalle coste del Mare Adriatico. Nel VII Secolo, in seguito al fenomeno dell'Iconoclastia alcune comunità di monaci Basiliani si stabilirono in quest'area stabilendo rapporti di concubinato con le abitanti dei casali che hanno poi dato origine alle odierne Francavilla Fontana e Latiano. I monaci e gli abitanti delle comunità rurali scavarono ed ampliarono alcune grotte lungo il corso del canale, trasformandole in abitazioni e in luoghi di culto. Attraverseremo poi, quelli che un tempo erano i feudi di Maria D'Enghien, regina di Sicilia. Maria D'Enghien nacque nel 1369 da Giovanni, conte di Lecce, e da Sancia Del Balzo. Dopo la morte senza eredi del fratello maggiore Pietro, tra il 28 marzo e il 27 luglio 1384 gli succedette come contessa di Lecce (Lecce e i casali del circondario da Torchiarolo a nord sino a Carpignano Salentino a sud) e dei feudi di Mesagne, Carovigno, Corigliano d’Otranto, Roca, Gagliano del Capo, Acquarica del Capo e Castro.
Con i racconti piccanti e le leggende legati ai facili costumi della regina giungeremo la Riserva Naturale Statale di Torre Guaceto. Tre sono gli ambienti naturali più importanti della Riserva: il litorale, la macchia mediterranea e la zona umida. Sulla sabbia depone le uova il fratino, uccello limicolo di piccole dimensioni; le uova hanno il colore della sabbia, vengono sistemate in una depressione e mimetizzate con conchiglie e foglie di posidonia. Sono tante le specie che frequentano questo ambiente nei mesi dell’anno, per ricercare il cibo o per riposare durante la migrazione. Tra tutti la più caratteristica è la beccaccia di mare, dal lungo e colorato becco. Lungo tutta la linea di costa della Riserva, gli arenili di sabbia si alternano a brevi tratti di scogliera; tra le vaschette riempite d'acqua salata e frequentate dai granchi, il finocchio marino, la salicornia ed il limonio pugliese fronteggiano il mare.
Dietro la duna numerose specie di arbusti sempreverdi crescono a stretto contatto l'uno con l'altro e si addensano a costituire le comunità di macchia mediterranea e di gariga. Le specie sono adattate a contrastare il caldo e la siccità dell'estate: il lentisco, l'alaterno, l'asparago pungente, il timo arbustivo, il rosmarino, il mirto. Tra gli animali che frequentano l'ambiente della macchia si menziona il tasso, un mammifero assai raro e schivo, la luscengola ed il ramarro.
Dietro la duna, dove la falda acquifera affiora, la cannuccia domina incontrastata. Insieme ad essa poche altre specie, come la campanella, che utilizza i fusti della cannuccia come tutori su cui arrampicarsi per esporre al cielo i suoi grandi fiori bianchi. Gli animali più frequenti ed appariscenti sono gli uccelli. Alcuni trascorrono tutta la vita in questo habitat, come il tarabuso, altri, come gli storni e le rondini, lo utilizzano solo di notte per riposare. Altri uccelli palustri, come la folaga ed il tuffetto, costruiscono grandi nidi galleggianti ancorati alle piante. Là dove la salinità dell’acqua è meno elevata vivono anche anfibi e rettili tra cui la testuggine d’acqua. Dopo aver goduto delle bellezze naturali della riserva faremo rientro presso “Agro di Frà Diavolo” per il pranzo finale e la consegna dei ricordi di partecipazione.
QUOTA PER LA TERZA GIORNATA: 30€
La quota comprende:
Iscrizione al Raduno Regionale
Pranzo finale
Servizio mascalcia H24
Guida
Le quote non comprendono (da specificare al momento dell’iscrizione):
Sistemazione in B&B o tenda per 2 notti.
Scuderizzazione cavalli per 2 notti (box 20€, fino a disponibilità; paddock 10€).
Cene.
Sarà possibile partecipare al raduno anche senza un cavallo proprio, ma usufruendo di un cavallo del maneggio, fino a disponibilità. Per i costi rivolgersi al comitato organizzatore.
REGOLAMENTO
I Cavalieri saranno coordinati da accompagnatori federali alle cui indicazioni dovranno totalmente attenersi.
Sarà facoltà dell’organizzazione impedire la prosecuzione del viaggio a chi ne pregiudica il buon fine.
L’iscrizione è aperta a Cavalieri/Amazzoni in grado di percorrere 4/5 ore di cavallo anche in condizioni meteorologiche avverse. I cavalli dovranno avere minimo 4 anni di età oltre a essere in buona salute e sufficientemente allenati, con documentazione sanitaria in regola OBBLIGATORIA.
E’ garantita la reperibilità di un veterinario e maniscalco, le cui prestazioni saranno a carico del partecipante.
In caso di imprevisti a discrezione dell'organizzazione potrebbe esserci la necessità di aumentare o ridurre il percorso tramite piste secondarie.
Consigliato un abbigliamento adeguato, attenendosi il più possibile alla lista dell’abbigliamento consigliato allegata al momento dell'iscrizione.
Le passeggiate sono ritenute tali e quindi non saranno tollerati cambiamenti di andatura non richiamati dall’accompagnatore, tantomeno competizioni o comportamenti che possano mettere in pericolo altri membri del gruppo.
L'accompagnatore potrà escludere dal trekking chi non rispetta le regole e/o che a suo giudizio non sia ritenuto idoneo.
Per i minori di 16 anni sono obbligatori il casco e il corpetto; dai 14 ai 16 è obbligatorio il casco. È comunque consigliato a tutti l’uso del casco, in considerazione dei percorsi naturali da attraversare.
Tutti i partecipanti a cavallo dovranno essere in possesso di patente federale e propria assicurazione RCT.
Tutti i partecipanti sono tenuti al rispetto degli orari programmati.
L’organizzazione declina ogni responsabilità per danni, furti, incidenti ed infortuni, subiti o causati da persone, animali e cose, nel corso della manifestazione.
Potranno partecipare al raduno i cavalieri con l’iscrizione alla Federazione in regola per l’anno 2015 o con una patente giornaliera rilasciata dall’organizzazione.
La firma nella scheda di adesione implica l’accettazione, il pagamento ed il rispetto del regolamento.
MODALITÀ CONFERMA E PAGAMENTO
La conferma dovrà essere effettuata inviando il modulo di adesione tramite e-mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Le conferme non complete o pervenute oltre il termine massimo non saranno prese in considerazione.
ATTREZZATURA CONSIGLIATA
PREMESSA:
Ogni cavaliere deve cercare di essere autosufficiente.
ELENCO MATERIALE:
Cavezza - Lunghina
Bisacce adeguate e ben montate
Ferri di ricambio (con chiodi) oppure scarpa
Secchio pieghevole (ogni due cavalieri)
Cordino di metri 2.50
Cavezza di ricambio
Testiera di ricambio
Moschettone di riserva
Impermeabile
CONTATTI
Per info e prenotazioni:
Accompagnatore Escursionista e Istruttore di I livello FITETREC-ANTE
Dott. Valerio Ostuni – Cell. 366/5969345 – Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. –
Accompagnatori
- Valerio Ostuni – Cell. 366/5969345 - Accompagnatore Escursionista e Istruttore di I livello FITETREC-ANTE
- Bruno Ostuni – Istruttore di I livello FITETREC-ANTE
- Federica Perrucci – Cell. 349/1917518- Accompagnatore Escursionista FITETREC-ANTE
Programma e scheda iscrizione in allegato.
Nico Belloni